I cultivar Ogliarola e Minucciola rappresentano il 65% degli ulivi della Penisola Sorrentina, dove l’olio l’Arcangelo si distingue come uno tra gli olii di maggior interesse tra i prodotti DOP.
La maggior parte degli oliveti situati sulla Penisola Sorrentina sono collocati su arditi terrazzamenti che degradano verso il mare. I Comuni interessati dalla Denominazione di Origine Protetta sono 13, tutti compresi tra i Monti Lattari e la Penisola.
Tra questi una posizione centrale spetta a Vico Equense, dove la famiglia Russo produce da tre generazioni un olio ottenuto dalla spremitura di sole olive Minucciola: l’olio l’Arcangelo.
Il processo di produzione
Data la complessità dei fondi, la cura e la raccolta delle olive rappresenta un’operazione delicata e per la quale non sono consentiti mezzi meccanici quali scuotitori al tronco. L’intera raccolta viene effettuata a mano, aiutandosi con scuotitori a spalla per facilitare il distacco delle olive della chiome.
Le olive, una volta cadute sulle reti, vengono immediatamente raccolte e sistemate in casse agricole con le quali raggiungono il frantoio entro le 12 ore dalla raccolta. La molitura viene eseguita giornalmente per ciascun carico di raccolta, in modo che la fermentazione dell’oliva, determinata dal naturale distacco e caduta sulla rete, non vada a corrompere le proprietà organolettiche dell’olio.
La molitura viene eseguita a basse temperature, un accorgimento che riduce il rapporto di resa delle olive, ma ne aumenta la qualità complessiva del prodotto, il quale mantiene in questo modo le caratteristiche organolettiche tipiche del cultivar.
Promozione e valorizzazione dell’olio Penisola Sorrentina DOP
Nell’intera area di produzione di olio Penisola Sorrentina DOP le aziende agricole sono meno di 200, per complessivi 288 ettari piantumati a olivo. I frantoi iscritti nel registro e certificati DOP sono 6, e provvedono alla molitura di circa 25 mila litri di olio all’anno.
L’olio d’oliva extravergine l’Arcangelo dunque si situa sul mercato italiano come un prodotto dal ridotto impatto volumetrico totale, ma proprio in virtù della sua origine territoriale, rappresenta uno degli importanti prodotti dell’eccellenza campana, trovando spazio in un mercato di qualità che intende privilegiare, promuovere e valorizzare le produzioni autoctone regionali.